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Ipovisione
Percorsi di riabilitazione e supporto per pazienti che vivono condizioni di disabilità visiva, ciechi, ipovedenti, e per i pazienti vista fragile con l'obiettivo di ritrovare la propria autonomia visiva nella vita di tutti i giorni.
Responsabile Dr. Davide Cacciatore
Ortottista
L'ipovisione rappresenta un grande ostacolo nella vita di tutti i giorni. La riabilitazione visiva può essere una speranza a guardare oltre ed in modo diverso.
Cos’è l’ipovisione?
L’Ipovisione rappresenta una condizione di ridotta capacità visiva, bilaterale ed irreversibile, che impedisce al paziente di svolgere le normali attività della vita quotidiana, limitandone la sfera sociale, privata e lavorativa ed incidendo quindi pesantemente sull’autonomia dell’individuo e sulla sua qualità di vita.
In Italia la classificazione delle minorazioni visive considera ipovedente chi possiede un visus corretto, cioè una capacità visiva, inferiore o uguale a 3/10 nell’occhio migliore e cieco chi ha un visus corretto inferiore o uguale a 1/20 nell’occhio migliore. In alcuni casi patologici, anche se la visione centrale è conservata, c’è una menomazione del campo visivo che diventa pressochè tubulare rendendo di fatto ipovedente il paziente anche nel caso di un visus centrale di 10/10.
Quando si parla di ipovisione occorre infatti valutare non solo l’acuità visiva ma anche alterazioni del campo visivo che possono determinare singolarmente deficit visivi gravi e uno stato di ipovisione. Inoltre la qualità del visus che può essere ridotta da alterazioni della sensibilità al contrasto, sensibilità alla luce con fotofobia o facile tendenza a rimanere abbagliati, alterazione della percezione dei colori o da visione distorta per alterazioni della funzione retinica centrale.
Come si manifesta e quali sono le conseguenze?
L’ipovisione può creare in chi ne soffre anche alcuni disagi psicologici come si può facilmente immaginare pensando alle difficoltà che il paziente incontra nel lavorare al computer, vestirsi e prendersi cura della propria persona, utilizzare il denaro, il disagio nel guardare il viso di una persona ma non cogliere il colore dei suoi occhi, fare fatica a riconoscere i colleghi fuori dal contesto lavorativo, sfogliare un giornale e riuscire a leggerne solo i titoli, non riuscire a leggere un libro o una semplice bolletta, uscire da soli e avere paura ad attraversare la strada.
Sono situazioni purtroppo assai comuni in un soggetto ipovedente.
La variabilità dello stato di ipovisione è strettamente legata alla patologia di base che lo ha determinato, pertanto vanno distinte cause con deficit centrale legate a maculopatie ovverosia patologie che interessano la macula, la parte centrale della retina, come la degenerazione maculare, una malattia della macula per lo più dovuta al processo di invecchiamento dell’occhio. Questa maculopatia degenerativa, come anche la retinopatia diabetica con edema maculare importante la maculopatia miopica possono determinare danni tali da ridurre drasticamente la qualità e la quantità del visus, rendendo il paziente incapace di svolgere le azioni quotidiane più banali come leggere o riconoscere un volto.
Poi ci sono cause di deficit del campo visivo periferico che pregiudicano prevalentemete la deambulazione e la capacità del malato di orientarsi e muoversi nello spazio. Tra queste abbiamo il glaucoma, la retinite pigmentosa o varie neuropatie.
Come affrontare la condizione di ipovedente:
I nostri occhi anche quando sono gravemente colpiti da varie patologie che danneggiano in modo irreversibile il campo visivo periferico, piuttosto che l’acuità visiva centrale, hanno potenzialità residue su cui si può lavorare con un lavoro di riabilitazione che consiste essenzialmente nell’imparare a sfruttare al meglio il proprio residuo visivo.
La riabilitazione visiva, attraverso il ricorso a esercizi e ausili ottici speciali, consente di migliorare notevolmente la propria autonomia visiva. La visione dell’ipovedente, anche se problematica e limitata, può e deve essere migliorata e sfruttata nella sua totalità.
Le potenzialità visive residue vanno allenate ed ottimizzate attraverso la riabilitazione, per ridurre gli effetti quotidiani della patologia e recuperare una certa qualità di vita.
La riabilitazione visiva del soggetto ipovedente:
Sistemi Ottici
I sistemi ottici atti a migliorare la qualità visiva del paziente ipovedente sono molteplici, divisi in base alle esigenze di ciascun paziente: lenti oftalmiche, lenti ingrandenti aniseiconiche, lenti prismatiche, telescopi galileiani e kepleriani, lenti aplanatiche, lenti protettive, filtri fotoselettivi, etc.
Sistemi Elettronici
I sistemi elettronici come i videoingranditori portatili e da tavolo, sono sistemi ingrandenti digitali che permettono di ottenere immagini con un ingrandimento di gran lunga superiore e più facilmente fruibile rispetto a quello ottenibile con sistemi ottici proprio perchè le immagini vengono presentate su ampi e luminosi schermi led.
La sola prescrizione dell’ausilio nella maggior parte dei casi non consente al paziente di sfruttare le proprie potenzialità funzionali residue, ma diventa fondamentale un percorso di riabilitazione visiva, con l’obiettivo di conservare, potenziare e riuscire a sfruttare al meglio le potenzialità visive residue per il mantenimento dell’autonomia nelle attività proprie dell’età, consentendo in tal modo una qualità di vita soddisfacente.
Il lavoro di riabilitazione dipende dal tipo di ipovisione che può essere centrale o periferica, quindi nel caso di:
1) compromissione centrale: è focalizzata in attività che richiedono un potenziamento della fine risoluzione dei dettagli per vicino (lettura) e/o per lontano (TV)
2) compromissione periferica e cioè del campo visivo: finalizzata alla rieducazione dell’orientamento e mobilità.
RIABILITAZIONE NELL’ADULTO: finalizzata ad insegnare al paziente all’utilizzo di una zona retinica che di norma non è deputata a questo compito ma che è sana e pertanto utilizzabile per lo scopo. Il paziente adulto viene invitato a prendere coscienza delle potenzialità visive residue e si cerca di fargliele utilizzare al meglio con l’aiuto di ausili visivi idonei sia ottici che dispositivi elettronici.
RIABILITAZIONE NEL BAMBINO: finalizzata a sviluppare al massimo le potenzialità visive integrandole con gli altri sensi alla scoperta di se e del mondo che lo circonda, accompagnandolo nelle fasi della sua vita (esplorazione del mondo, giocare, la scuola, l’ambiente).
L’Ortottista è l’unica figura professionale deputata a questo e può aiutare le persone con disabilità visive a sfruttare quella parte di retina ancora sana sviluppando e stabilizzando un nuovo punto di fissazione e rieducando la coordinazione oculo-manuale e del corpo con il residuo rimasto anche se è ridotto e lateralizzato.
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